L’Associazione Stampa Subalpina ha dovuto prendere atto con amarezza e preoccupazione del rinnovo del contratto, siglato dall’Uspi (Unione stampa periodica italia) con i sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil, che interessa i dipendenti delle piccole e medie imprese del settore grafico-editoriale.
Pur plaudendo all’aumento dei livelli retributivi per i colleghi grafici, che lavorano gomito a gomito con i giornalisti, con il rinnovo del contratto in questione gli editori, con l’avallo dei sindacati confederali, hanno apportato “aggiornamenti sui profili professionali”, inserendo il lavoro giornalistico in una “classificazione professionale unica per i lavoratori del settore grafico”.
Il risultato è che ora in tali aziende editoriali, sotto il profilo degli impiegati tecnici e amministrativi, si possono inserire il “redattore di periodico di prima esperienza in fase di inserimento”, il “redattore di periodico che redige testi, articoli, didascalie” e il “redattore responsabile di periodico, che commissiona lavori ad autori e collaboratori e rende conformi gli articoli apportando modificazioni e rettifiche ai testi”. In pratica si prospettano praticanti, redattori e capiredattori, fuori dal contratto giornalistico.
Innanzitutto, è motivo di amarezza che i sindacati confederali abbiamo eluso un patto di alleanza, che vige dal 1948, in base al quale tutte le organizzazioni sindacali riconoscono alla Fnsi la rappresentanza esclusiva degli interessi della categoria. E non si tratta solo di consuetudini e rapporti di cortesia tra le organizzazioni: il contratto collettivo di categoria Fnsi-Fieg del 10 gennaio 1959, reso efficace erga omnes, ha assunto natura e forza di legge, potendo essere superato solo da successive clausole contrattuali più favorevoli ai lavoratori.
Su questo aspetto - contestando la legittimità di un contratto siglato da organizzazioni, che tradizionalmente e abitualmente non rappresentano le più significative istanze dei giornalisti - la Subalpina sollecita un’azione della Fnsi in tutte le sedi opportune, a tutela della rappresentatività della stessa Federazione.
L’Associazione Stampa Subalpina invita, inoltre, la segreteria della Fnsi a farsi portatrice di una richiesta di incontro ai massimi livelli con Cgil, Cisl e Uil.
La questione ripropone in maniera forte l’attualità del patto siglato nel 1948, laddove in Piemonte a essere interessati da un cambiamento delle regole nella piccola editoria sarebbe un terzo dei giornalisti attualmente contrattualizzati. Un intervento ancor più pericoloso se si considera che in Piemonte l’Associazione Stampa Subalpina d’intesa con la Federazione Piccoli Editori ha già siglato un contratto rinnovato un seconda volta, tenendo conto delle peculiarità della piccola editoria.
Vi è poi un motivo di preoccupazione di carattere generale che Cgil, Cisl e Uil non possono ignorare. Il contratto Uspi, oltre a preoccuparsi di regolare le qualifiche di praticanti, redattori e capiredattori (con stipendi base naturalmente e anche significativamente inferiori ai compensi previsti dal contratto Fnsi), non prevede istituti irrinunciabili di garanzia, quali il Comitato di Redazione o la Clausola di Coscienza, che sono a fondamento non solo della professione del giornalista ma della stessa autonomia e libertà di informazione di un Paese civile.
(deliberato il 5 luglio 2006 dall’Assemblea della Consulta Sindacale dell’Associazione Stampa Subalpina)