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03/12/2006

ALBERIZZI SEQUESTRATO IN SOMALIA: E’ LIBERO

Paura per l’inviato del “Corriere della Sera”, ostaggio delle Corti per due giorni

Lo hanno prelevato dopo avergli concesso l’autorizzazione a muoversi per Mogadiscio e lo hanno portato all’aeroporto, in una pista deserta, dove ha temuto di venir ucciso. Grande spavento per Massimo Alberizzi, inviato del “Corriere della Sera” a Nairobi, che si trovava nella capitale somala con il collega di Liberazione Emanuele Piano e il cameraman Marco Ricchello. Sono stati bloccati tutti e tre da quattro fuoristrada dei miliziani, ma solo Alberizzi è stato trattenuto: “Mi hanno preso in ostaggio perché – ha dichiarato il collega al Tg3, che lo ha raggiunto telefonicamente nell’edizione di domenica sera – infastiditi da quello che avevo scritto in un articolo, cioè che le Corti islamiche sono appoggiate da truppe eritree contro gli etiopi. Quando ho visto che mi stavano portando all’aeroporto e che erano coinvolti anche gli eritrei ho avuto paura, ero terrorizzato, tutto faceva pensare ad un’esecuzione”. Alberizzi, nei primi attimi del sequestro, è riuscito a mandare un sms al rappresentante del governo italiano in Somalia, Mario Raffaelli, che si è prodigato con l’appoggio della Farnesina per la liberazione del giornalista, avvenuta nel pomeriggio di domenica, dopo aver passato la notte controllato dai miliziani. Nelle Corti è, infine, prevalsa la linea moderata e il collega del Corsera è stato praticamente espulso. Adesso sta bene e si trova nuovamente a Nairobi. Su www.corriere.it il suo racconto in un file audio.

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