Il premier all’attacco degli editori. Dopo gli inviti al dialogo dei suoi ministri (Gentiloni, Damiano e Mastella) e del suo fidato sottosegretario Riccardo Franco Levi, seguiti al monito del presidente Giorgio Napolitano, Romano Prodi non usa mezzi termini: “Non ho mai visto una posizione così dura da parte degli editori. Non si tratta di un problema economico – ha sentenziato da Atene, dove si trovava in visita al governo greco -, ma vogliono proprio incidere sul sistema”. Il presidente del Consiglio ha definito “assurde” certe situazioni tipiche del lavoro di colleghi precari: “Penso a qualche vostro giovane collega che viene sotto casa mia a Bologna per farmi delle domande e poi prende soltanto sette euro a pezzo”.
Paolo Serventi Longhi ha subito accolto il monito sul precariato nel corso dei ''50 anni di rassegna sindacale'': “E' una durissima battaglia contrattuale. L’11 dicembre a Roma ci sarà un'assemblea del giornalismo precario. Perché il precariato è al centro della nostra battaglia”.
Dallo stesso palco anche la Cgil torna sul tema del contratto dei giornalisti, attaccando la Fieg, con il segretario generale Guglielmo Epifani: “Lo scontro non attiene al costo retributivo della richiesta contrattuale, ma alla possibilità da parte delle imprese di disporre dei giornalisti a loro piacere, senza rispettare dignità e lavoro. Spero che questa strana situazione si sblocchi e che gli editori rifiutino la logica del muro contro muro, che in questo settore non c'è mai stata”.