Francesco Pizzetti, 60 anni, costituzionalista e docente all'Università
di Torino, è presidente del Garante per la protezione dei dati
personali (il cosiddetto garante della
privacy), in un'intervista a Repubblica.it propone "regole internazionali condivise fra i paesi e un "vestito"
giuridico nuovo, anche su base nazionale, per problemi antichi che
tornano con forza dentro internet, come la tutela dell'immagine e della
reputazione delle persone". In che modo? "Passando per un codice di autoregolamentazione dei provider ma soprattutto attraverso un forte
dibattito culturale che cerchi di far capire a giovani e adulti quanto è
potente il mezzo che hanno nelle mani, e l'effetto che può avere, anche
a grande distanza di tempo, sulla vita delle persone". Il professore ritiene che sia necessario "portare l'esercizio di questo immenso grado di libertà dentro un quadro
che sia compatibile con regole, che per altri mezzi abbiamo, non senza
fatica, trovato da tempo. Parlo della stampa. E penso a distinzioni
fondamentali tracciate in casi ormai di scuola, come quello che alla
fine dell'800 stabilì che scrivere cose lesive della riservatezza, sul
comportamento di una signora durante una festa, su un giornale di
Boston, non era più pettegolezzo circoscritto a un ambiente ristretto ma
lesione vera e propria di quello che fin da allora fu definito "diritto
alla privacy". Oggi abbiamo un problema analogo: persone che dispongono
di un mezzo potentissimo, capace di far circolare i contenuti in forme,
tempi e modi la cui consapevolezza e controllo sfuggono allo stesso
autore, possono essere indotte ad usarlo come se fosse un pettegolezzo
fra amici o una chiacchiera al circolo del tennis. Non è così. E bisogna
che qualcuno lo faccia capire con chiarezza agli utenti internet".
http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/scienza_e_tecnologia/internet-privacy/intervista-pizzetti/intervista-pizzetti.html