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20/12/2006

Per cinque giorni i giornali non saranno in edicola

A causa dei tre giorni di sciopero - 21, 22 e 23 dicembre - indetti dalla Federazione nazionale della stampa e per le festività natalizie successive

Per cinque giorni i giornali non saranno in edicola. A causa dei tre giorni di sciopero - 21, 22 e 23 dicembre - indetti dalla Federazione nazionale della stampa e per le festività natalizie successive. Un segnale forte, deciso dal sindacato per il "reiterato rifiuto degli editori di aprire un tavolo di trattative per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da quasi due anni".

In una nota diramata dalla Fnsi si legge che: "Il Sindacato dei giornalisti è costretto a una nuova, durissima, iniziativa di sciopero e di protesta contro l'intransigenza degli editori della Fieg e dell'Agenzia per i contratti nel pubblico impiego Aran che continuano a rifiutare i tavoli contrattuali. La Fnsi sottolinea la gravità di vertenze contrattuali che determinano una situazione nel settore dell'informazione al limite dell'emergenza democratica".

"Gli editori della Fieg non solo respingono i pressanti inviti del Ministro del Lavoro ad aprire il negoziato e ignorano i pressanti appelli provenienti dalle Istituzioni, dalla società civile, dal mondo della cultura e dello spettacolo e dall'opinione pubblica, ma minacciano la disdetta del contratto vigente e mettono a serio rischio la previdenza autonoma di categoria e tutte le forme di tutela dei giornalisti. La Federazione della Stampa - continua la nota - sottolinea la grande unità e determinazione della categoria, dimostrata dalle iniziative di protesta nazionali e aziendali, come lo sciopero delle firme, le astensioni aziendali, e le forme di applicazione rigorosa del contratto vigente. Gli editori della Fieg si assumono per intero la responsabilità della più dura azione sindacale nazionale mai proclamata dalla Fnsi".

La Fnsi, continua la nota, "si dice disposta a collaborare con tutte le aziende del settore della comunicazione e con il Governo per dare un assetto pluralista ed equilibrato ad un settore che si trova al centro di profonde trasformazioni. Occorre però che sia garantita l'indipendenza dei media e del giornalismo, la dignità delle colleghe e dei colleghi dipendenti, autonomi e freelance, e che sia delineato un futuro certo del sistema di tutele previdenziali e sanitarie della categoria".

Allo stesso tempo, "il Sindacato dei giornalisti chiama alla protesta i giornalisti degli uffici stampa della pubblica amministrazione e delle aziende private per l'assenza di regole definite nel settore, nonostante la legge 150 approvata sei anni fa preveda esplicitamente il diritto alla contrattazione. La Giunta della Fnsi si riunirà nei primi giorni di gennaio per decidere le nuove azioni sindacali, di mobilitazione e di sciopero dei giornalisti da attuare nelle prime settimane del 2007".

Il dialogo è positivo ma solo se ci sono le condizioni per trattare. Lo ha sottolineato il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, dopo lo sciopero dei giornalisti proclamato dalla Fnsi sul rinnovo del contratto. "Come imprenditore, consapevole della forza del dialogo, ho la ferma convinzione che sedersi al tavolo delle trattative sia sempre positivo - ha detto Montezemolo - purchè ne esistano le condizioni. Il mio augurio è che queste ci siano. Perché sedersi, con il forte rischio di doversi alzare quasi subito, non solo è sbagliato, ma può rivelarsi dannoso".

Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, dopo aver presenziato alla messa celebrata dal cardinale Camillo Ruini nella chiesa di Vicolo Valdina, si è rivolto ai giornalisti. A loro ha dedicato un gradito augurio di buone feste ma anche di speranza per il rinnovo del loro contratto di lavoro: "Vi auguro un buon contratto. Spero che possiate avere un buon contratto, ve lo auguro proprio", auspicando così che si possa trovare al più presto una soluzione che risolva le agitazioni della categoria.

(da www.repubblica.it)

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