Oggi "l'Unità" esce con una prima pagina bianca. Le ragioni di questa scelta sono spiegate nella striscia rossa, che insieme alla vignetta di Staino testimoniano la nostra protesta e la preoccupazione che ci dovrebbe accomunare tutti, giornalisti e lettori. Che non sia uno sciopero qualunque, lo sapete. E' in gioco molto più di un normale rinnovo contrattuale. Si tratta di decidere che giornali avremo d'ora in avanti. Con quale informazione, con quale libertà di stampa e, dunque, con quale democrazia dovremo convivere. Mentre scriviamo, alla vigilia del più lungo black-out informativo che si ricordi (cinque giorni) le regole del gioco restano quelle che stanno alla base del libero confronto tra le parti nel nostro Paese. Ma per quanto? Il fatto è che il gioco si è fermato perchè qualcuno a quel tavolo rifiuta perfino di sedersi. E' una novità che arriva a stravolgere non solo le relazioni industriali ma gli equilibri stessi all'interno di un comparto strategico come quello dell'editoria. Dove sono i colossi, Espresso, Rcs, Caltagirone, Sole 24 Ore ad alzare il muro dell'intransigenza sull'aspetto più qualificante di tutta la trattativa. Cioè il precariato, di cui la Federazione editori vuole poter disporre senza vincoli, senza controlli, senza sottostare alle regole del contratto collettivo. L'obiettivo è un mondo dell'informazione dove ciascuno si tratta il suo contratto, aziendale o individuale che sia. E chi non ci sta resta fuori. Non sappiamo chi cederà prima. Sappiamo chi ne sta soffrendo le conseguenze: sicuramente i giornali che vivono quasi esclusivamente delle vendite in edicola, come quello che state leggendo. Ogni giorno di sciopero ci rende economicamente più deboli ma moralmente più determinati a difendere la nostra e la vostra piena libertà di stampa. Questo significa quella pagina bianca.
Antonio Padellaro
[l'Unità, giovedì 21 dicembre 2006]