News

11/01/2007

Riforma Rai, per Serventi bene le linee guida

Il segretario generale della Fnsi è soddisfatto perchè il provvedimento di Gentiloni aumenterebbe "di molto la distanza della Rai dal governo di turno e dal sistema dei partiti". La scheda (Ansa) comparativa con le altre principali tv pubbliche europee

"Le linee guida per la riforma della Rai proposte dal ministro Gentiloni rappresentano un'utile base per quel radicale rinnovamento del quale il servizio pubblico ha bisogno se vuole mettersi alle spalle l'epoca segnata dalla legge Gasparri". Lo sottolinea il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi. "Importante è il riconoscimento del fondamentale ruolo sociale della tv pubblica - aggiunge Serventi - che deve continuare ad avere alti ascolti ma una più distinguibile qualità dell'offerta. Essenziale inoltre è il rigetto di ogni ipotesi di privatizzazione, all'interno di una permanente unitarietà aziendale: il sindacato dei giornalisti valuterà la proposta di creare società distinte per diversificare le missioni delle differenti aree Rai, ma contrasterebbe con ogni mezzo ipotesi di dismissione e quindi di privatizzazione". Secondo il segretario "l'indicazione della Fondazione viene incontro ad un'altra delle richieste avanzate da anni dai giornalisti, per aumentare di molto la distanza della Rai dal governo di turno e dal sistema dei partiti. Serve però che, scegliendo fra le diverse ipotesi sui nuovi criteri di nomina dei vertici, Governo e Parlamento abbiano il coraggio di rompere davvero con il monopolio fin qui esercitato dalle forze politiche, evitando di riproporre la logica di scambio fra centrodestra e centrosinistra che segna pesantemente il sistema oggi in vigore". "Al confronto che il ministro ha annunciato per le prossime settimane - conclude Serventi - la Fnsi andrà, d'intesa con l'Usigrai, per ottenere garanzie che la radicale riforma che da sempre i giornalisti sollecitano sappia dare nuove prospettive di solidità ad un servizio pubblico più autonomo, più riconoscibile, più capace di innovazione".
Ansa


Le linee guida per la riforma della Rai formulate dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni si ispirano in parte ai sistemi di governo delle principali tv pubbliche europee, in particolare a quella spagnola ma ha citato anche la tedesca e non nasconde il suo apprezzamento per la Bbc. Questa, in sintesi, la situazione nei più importanti Paesi Ue.
FRANCIA - Con la riforma del 2000 è nata France Television, holding pubblica che controlla le tre società che a loro volta controllano i canali pubblici (France2, France3, La Cinquieme) sotto la responsabilità di un unico presidente. Ciascuna delle società concessionarie ha un proprio cda composto da 12 membri: 2 parlamentari, nominati dal Senato dall'assemblea nazionale; 4 rappresentanti dello Stato; 4 esperti nominati dal Csa, il Consiglio superiore dell'audiovisivo (in sostanza, l'Authority francese); 2 rappresentanti del personale.
GERMANIA - Il servizio pubblico comprende Ard e Zdf. Il sistema ha una forte impronta federale: i singoli Lander (e non lo Stato) hanno la responsabilità normativa sulla tv e ogni modifica avviene attraverso un accordo fra i Lander. La governance è affidata ai Consigli televisivi, organismi locali derivanti dai parlamenti dei singoli Lander e formati dai vari gruppi (settore produttivo, scuola e Università, donne, religioni, arti, giovani). I consigli dettano gli indirizzi generali e ne controllano il rispetto; nominano i direttori generali degli enti e danno il loro parere sulle scelte più importanti. L'unica autorità federale, il ministero delle poste e telecomunicazioni, ha funzioni di gestione tecnica.
GRAN BRETAGNA - La missione della Bbc è fondata sul Royal Charter, in via di rinnovo per i prossimi dieci anni dopo un triennio di consultazione pubblica. Il vertice dell'azienda - un consiglio di 12 Governatori, nominati dalla Regina su consiglio dei ministri - cederà il passo a un consiglio di garanti (Bbc Trust) e a un consiglio esecutivo (per la gestione quotidiana dell'azienda). La procedura di nomina del Trust - un presidente, un vice e 10 membri - ricalca quella per i Governatori: pubblici annunci, una selezione da parte di un Board nominato dal governo che dovrà proporre un solo nome per ciascun posto, e conferma del ministro (con nomina finale da parte della Regina). Il Trust nominerà (ed eventualmente licenzierà) il direttore generale e, su sua proposta, gli altri membri del consiglio esecutivo.
SPAGNA - La RadioTelevision Espanola (RTVE) è governata dal consiglio di amministrazione e dal direttore generale. Il cda è così formato: 2 membri eletti dalla Camera dei deputati e 2 dal Senato (con i 2/3 dei voti); 2 designati dai sindacati e altri 2 dal Consiglio audiovisivo (eletto dal Parlamento con un mandato di 6 anni). Il cda resta in carica 6 anni, mandato 'sfasato' rispetto a quello delle legislature parlamentari per garantirne l'autonomia. Il direttore generale è l'organo esecutivo: in base alla recente riforma varata dal governo Zapatero, non è più scelto dal governo ma dal cda (con i 2/3 dei voti) dopo un concorso pubblico, e resta in carica per quattro anni.
Ansa
Condividi:

C.F. 80089510012 - Copyrights © 2016.
Registrazione Tribunale di Torino n.1913 del 31/1/1968 Iscritto registro Sicid n. 11095/16 V.G. N. 49/2016 Registro Stampa del 3/11/2016

  • Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
  • FNSI.
  • Fondo giornalisti.
  • Ordine giornalisti Piemonte.
  • IMPGI.
  • CASAGIT Piemonte.
  • Centro Studi Pestelli.
  • Circolo della Stampa.
  • ungp.