E' ''gravissimo'' che la Federazione degli editori blocchi la riforma previdenziale varata dall'Inpgi a giugno 2005: un atteggiamento diventato ''provocazione'' quando la Fieg ha affermato di collegare il proprio parere sulla riforma, previsto dalla legge, con la conclusione della trattativa per il rinnovo del contratto giornalistico.
E' quanto denuncia il Consiglio generale dell'Inpgi, che fa il punto della situazione in un ordine del giorno approvato.
''La Federazione italiana editori giornalisti - si legge nell'ordine del giorno - da mesi sta conducendo un durissimo attacco contro i giornalisti e il loro sindacato, negando la disponibilità ad iniziare il confronto per il rinnovo del contratto, scaduto nel lontano febbraio 2005. Tale attacco è stato esteso da tempo anche alla previdenza di categoria, gestita dall'Inpgi.
Infatti, dopo aver concorso ad approvare il 30 giugno 2005 nel cda dell'ente una riforma previdenziale che lo stesso ministero del Lavoro aveva sollecitato a garanzia delle generazioni future, la Fieg ha bloccato (e tutt'ora tiene in ostaggio) la relativa delibera, rifiutandosi di esprimere in sede sindacale il parere formale previsto dal decreto legislativo 509/94''.
Per il Consiglio generale dell'istituto di previdenza, ''si tratta di un atto gravissimo, che ha assunto gli inquietanti contorni della provocazione allorchè la Federazione editori ha giustificato tale decisione asserendo di voler collegare il proprio parere alla conclusione della trattativa contrattuale: che la stessa Fieg, tuttavia, ha rifiutato e rifiuta di iniziare. Ma la provocazione è cresciuta recentemente, dopo 16 mesi di vana attesa, allorchè la stessa Fieg ha notificato la pregiudiziale di voler porre nuove condizioni per esprimere il sospirato parere: più posti assegnati agli editori nel cda Inpgi, fino a raggiungere la pariteticità''.
''In una recente riunione svoltasi al ministero del Lavoro - si ricorda ancora nell'odg - i rappresentanti dell'Inpgi, rispondendo al ministro Damiano che si esprimeva a favore di un tentativo di riproporzionamento, hanno fatto presenti le due seguenti considerazioni, fatte proprie dal Cda nella riunione del 19 dicembre e che oggi il Consiglio generale condivide integralmente: 1) L'attuale composizione del Consiglio di amministrazione dell'Inpgi è pienamente coerente con quanto previsto dal decreto legislativo 509/94; inoltre ai criteri di composizione previsti espressamente nell'articolo 1, comma 4, lettera a) dello stesso decreto, si è fatto puntualmente riferimento - con l'assenso dei ministeri vigilanti - al momento di formazione del nuovo cda dell'ente privatizzato. 2) L'invito al dialogo rivolto dal ministero del Lavoro potrà essere accolto, purché in stretto collegamento a quanto esposto al punto (1) e a condizione che in via preventiva venga eliminato ogni blocco da parte della Fieg''.
''E' quindi innanzitutto indispensabile che la riforma previdenziale e la delibera per il riassorbimento dei disoccupati, approvata nel giugno del 2006 - continua l'Inpgi - siano liberate e riconsegnate per la ratifica ai ministeri del Lavoro e dell'Economia. Solo in seguito sarà possibile aprire un confronto, che non dovrà tuttavia trascurare l'autonomia organizzativa, contabile e amministrativa che il dlgs 509/94 riconosce agli enti privatizzati, e che dovrà anche occuparsi, tra l'altro, di evitare che per il futuro abbiano a ripetersi altri veti impropri, e certamente non voluti dal legislatore''.
Il Consiglio generale, infine, ''giudica rilevante il parere pro-veritate redatto dal prof. Sorrentino e impegna il cda a dare attuazione alle indicazioni conclusive dell'atto, al fine di favorire, da parte del ministero del Lavoro, la definitiva approvazione delle delibere riguardanti la riforma previdenziale ed il riassorbimento dei giornalisti disoccupati e cassintegrati''.
Ansa