Prosegue la mobilitazione dei giornalisti per ottenere l’apertura delle trattative per il rinnovo del contratto e per sostenere la riforma della previdenza di categoria.
Dopo gli scioperi del mese di dicembre, la Giunta ha dato mandato alla Segreteria di mettere a punto un programma di iniziative per le prossime settimane a livello nazionale, regionale e aziendale contro le inaccettabili posizioni della Federazione degli Editori, che continua pervicacemente a negare lo stesso avvio del negoziato. Nei prossimi giorni saranno decise nuove azioni sindacali e sarà fatto il punto dello stato delle relazioni tra giornalisti ed editori nelle aziende del settore dell’informazione.
In questi giorni, la Segreteria della Federazione della Stampa partecipa, con la volontà di ricercare soluzioni positive condivise, ai tavoli di confronto che il governo ha aperto per quanto riguarda la revisione delle leggi nel settore dell’informazione. La Segreteria e il Dipartimento Sindacale stanno predisponendo le risposte al questionario sulla riforma dell’editoria che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Franco Levi, ha inviato a tutti i soggetti interessati. Le proposte del Sindacato dei Giornalisti saranno esaminate dalla Giunta federale in una riunione convocata per il 18 gennaio.
La Segreteria e il Dipartimento Sindacale stanno anche valutando i diversi aspetti emersi nella prima riunione del tavolo sul mercato del lavoro giornalistico, sul precariato ed il lavoro autonomo e sugli ammortizzatori sociali insediato martedì scorso dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Si tratta innanzitutto di elaborare e analizzare i dati di un giornalismo in rapida trasformazione e degli elementi che rendono difficile un esercizio autonomo della professione e la dignità delle colleghe e i colleghi che non hanno un rapporto di lavoro subordinato. Il confronto non è facile ma affronta molti dei temi più rilevanti che il Sindacato ha posto nella piattaforma per il rinnovo del contratto.
Fnsi
Gentile Sottosegretario,
la pubblicazione sul sito del Governo del questionario sulla riforma dell'editoria ha provocato stupore ed inquietudine tra i giornalisti nella parte relativa ai Codici deontologici.
A riguardo, mi preme innanzitutto sottolineare che, allo stato della legislazione vigente, non è previsto alcun intervento del Garante per la protezione dei dati personali, sanzionatorio di eventuali violazioni deontologiche da parte dei giornalisti, così come erroneamente affermato.
Purtroppo una tale eventualità è presente nel disegno di legge sulle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche (ovviamente legittime) attualmente all'esame della Commissione Giustizia della Camera, che provvederà a breve alle audizioni dell'Ordine che ha già, peraltro, espresso la propria contrarietà a soluzioni che interferiscano sull'autonomia del giudizio disciplinare di competenza.
Comprenderà, quindi, che affermazioni quali quelle riportate nel sito del Governo allarmino fortemente la categoria quasi venisse a prefigurarsi un disegno complessivo di natura sanzionatoria amministrativa a danno dei giornalisti e della libertà di informazione.
In secondo luogo, un codice deontologico di natura generale già esiste in nuce ed è proprio quello allegato al d.lgs. n. 196/2003, recante il Codice della privacy, che riproduce i criteri e doveri cui il giornalista deve attenersi nell'esercizio della professione con ulteriori richiami ad atti e Carte dell'Ordine, tra cui il codice relativo ai minori, la c.d. Carta di Treviso.
Inoltre, sono in corso incontri con la Consob per il recepimento nell'ordinamento giuridico, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, della Carta dei doveri
dell'informazione economica, mentre è in vigore fin dal 1993 la Carta dei doveri del giornalista. Ne consegue, quindi, che affermare, sia pure in via ipotetica, la possibilità di "mancanza di proposta dell'Ordine" può assumere il significato di non avere conoscenza dell'attività sinora svolta dal Consiglio nazionale, in armonia ed efficace collaborazione con tutte le istituzioni e le autorità preposte, per una professione giornalistica autonoma ma sempre rispettosa della "tutela della personalità altrui", come recita l'art. 2 della legge n. 69/1963.
Nel confermare, pertanto, la disponibilità dell'Ordine a collaborare con l'Autorità garante per le comunicazioni, nell'ambito dei ruoli e delle competenze assegnati a ciascuno, sollecito un chiarimento con la Presidenza del Consiglio per fugare le preoccupazioni e le perplessità sopra evidenziate. Resto, quindi, in attesa di ricevere cortesi notizie in merito ad un incontro che auspico possa intervenire in tempi brevi.
L'occasione è gradita per inviare i migliori saluti.
Lorenzo Del Boca
presidente Ordine dei giornalisti