"Ho l'impressione che le regole di un mercato libero gli facciano perdere la testa". Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni replica così, in un'intervista a 'La Stampa', alle accuse di Silvio Berlusconi sul Ddl di riforma della Tv ("E' un progetto criminale", dice l'ex premier).
Quanto al verdetto di Bruxelles sugli aiuti ai decoder digitali, Gentiloni chiarisce che a pagare "non dovrà essere la Rai, perchè la commissione impone il rimborso, proporzionale a quanto hanno beneficiato, solo alle Tv digitali che hanno fornito programmi a pagamento. Non potremo certo disfare una decisione Ue".
Sul mancato trasferimento di una rete Rai e di una Mediaset su satellite, disposto nella scorsa legislatura anche in virtù dell'atteso boom del digitale, Gentiloni avverte: "Se qualcuno riproponesse il quesito alla Corte, c'è il rischio che emetta una nuova sentenza". Proprio per questo "il mio Ddl prevede non il rinvio al satellite ma il trasferimento anticipato al digitale di una rete Mediaset e Rai". Infine, il ministro spiega che "incombe una nuova condanna Ue: si contesta la Gasparri per le barriere all'ingresso di nuovi operatori, legate alla disponibilità delle frequenze. Siamo in mora".
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