“Gli editori dialoghino, ma i giornalisti superino le loro rigidità”. Il presidente di An Gianfranco Fini interviene così sulla vertenza per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da oltre 700 giorni.
"Il mio auspicio - afferma l'ex ministro degli Esteri - è ovviamente che da parte degli editori venga affrontato il tema con volontà costruttiva e che venga rinnovato il contratto. Al tempo stesso", se la categoria dei giornalisti "non accetta di confrontarsi con la realtà rischia di essere sempre meno compresa". E Fini ne approfitta per ribadire che a suo avviso "l'ordine va abolito".
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Il governo è "fortemente preoccupato" in merito alla vertenza per il rinnovo del contratto giornalistico e "fortemente impegnato" perché le parti negoziali si siedano al tavolo delle trattative. Lo assicura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, Ricardo Franco Levi che, interpellato dai cronisti in merito, spiega: "Siamo veramente impegnati per spingere le parti, che hanno una loro libertà negoziale, a riprendere il dialogo e a sedersi a un tavolo, nei limiti del potere che il governo ha". In merito allo stato delle trattative, Levi ribadisce che entrambe le parti "assicurano di avere la volontà di arrivare al rinnovo del contratto, ma una delle due - precisa - ritiene che le condizioni per sedersi al tavolo ci siano, e sono i giornalisti, l'altra ritiene invece di no".
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