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09/03/2007

La Farnesina: "Non divulgate notizie su Mastrogiacomo"

Il Ministero degli Esteri invita alla massima cautela nel dare qualsiasi notizia sul collega

I talebani che hanno sequestrato Daniele Mastrogiacomo non hanno ancora dettato le loro condizioni per liberarlo. Non solo, non hanno ancora fornito la prova che l'inviato di Repubblica è davvero nelle loro mani e che si trova in buone condizioni. Nessun ritiro di truppe italiane, scambio di prigionieri o stop ai bombardamenti su Heldman, dunque. Nulla di concreto è ancora arrivato dall'Afghanistan e le notizie circolate oggi, sono tutte destituite di fondamento.

Anche per questo, quando mancano pochi minuti alle 19, il ministero degli Esteri emana un comunicato tanto chiaro nella forma quanto duro nella sostanza. Ecco il passaggio più importante: "In considerazione della delicatezza della situazione e della necessità di evitare di alimentare l'incertezza di un caso che è già di per sè molto complesso, la Farnesina fa appello a tutti gli organi di informazione affinchè d'ora in avanti si astengano dal diramare notizie non controllate e accertate nel merito e nell'attendibilità delle fonti". Non è ancora un vero e proprio silenzio stampa, ma un appello alla massima attenzione e alla massima responsabilità, perché tutto quello che viene pubblicato può essere utilizzato negativamente in questa intricata e delicatissima vicenda.

Quello che è accaduto nel primo pomeriggio di oggi, ne è un esempio. C'è una voce che circola a Kabul: parla di un video nel quale i talebani si appresterebbero a rendere note le condizioni per la liberazione di Mastrogiacomo. Si dice che i talebani chiederebbero il ritiro delle truppe italiane, la liberazione di alcuni prigionieri e lo stop ai bombardamenti nell'area di Heldman dove il giornalista è stato sequestrato. Ma le voci, purtroppo, diventano rapidamente notizie quasi certe e, quando arriva un audio (non un video) e si scopre che è di provenienza considerata poco attendibile, è troppo tardi: i telegiornali sono già andati in onda e hanno parlato delle tre condizioni poste dai talebani come fossero vere e concrete.

Insomma, le condizioni non ci sono. Di sicuro, non sono quelle di cui si è parlato e le fonti che sarebbero davvero in contatto con i rapitori smentiscono che siano già pronte. Si torna a quello che era stato detto ieri sera: il venerdì è giorno di preghiera, i talebani, probabilmente si faranno vivi sabato.

Per tutti questi motivi il ministero degli Esteri ha deciso di prendere posizione e di chiedere a tutti attenzione ed estrema precisione nel verificare e propagare le molte e confuse notizie che circolano.

la Repubblica.it
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