La Conferenza Nazionale dei comitati di redazione, che si è riunita a Roma mercoledì scorso 14 marzo, ha giustamente manifestato la protesta dei giornalisti per il rifiuto degli editori della Fieg non solo ad aprire il negoziato contrattuale ma anche a varare la riforma della previdenza dell’Inpgi.
Il documento conclusivo della Conferenza sottolinea che ogni mese di rinvio del mese delle pensioni costa alla categoria un milione seicento mila euro, circa venti milioni all’anno. Per questa ragione l’Inpgi ha inviato diffide giudiziali alle parti sociali, e cioè alla Fieg e alla Fnsi, che avrebbero dovuto definire l’intesa tra le parti relative alla riforma. Mentre la Fnsi ha da tempo aderito alla proposta di riforma dell’Inpgi, la Fieg ha prima approvato e poi si è rimangiata la disponibilità a sottoscrivere l’accordo. Dopo la diffida dell’Inpgi alle parti e le risposte contrastanti di Fieg e Fnsi, il ministro Damiano ha inviato al Consiglio di Stato una richiesta di parere circa la possibilità di un intervento governativo senza l'accordo delle parti stesse previsto dalla legge. Ci auguriamo che il Consiglio di Stato definisca la questione nei tempi più rapidi possibili, chiudendo un contenzioso che dura ormai da troppo tempo.
Fnsi