L'Ordine dei giornalisti è da riformare o da abolire? Dibattito acceso questa mattina, sabato 24, al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Il presidente dell'Ordine Lorenzo Del Boca ha invitato "a superare l'equivoco sull'articolo 21 della Costituzione: un conto è esprimere la propria opinione, un altro è registrare quella degli altri e farlo in modo corretto e professionale. Il futuro è il contrario del "liberi tutti" che si vorrebbe con l'abolizione dell'Ordine".
Giovanni Rossi, segretario aggiunto della Fnsi, è stato molto chiaro: "Gli editori hanno due obiettivi per rendere i giornalisti sempre meno liberi e sempre più ricattabili: la fine della contrattazione collettiva nazionale e l'abrogazione dell'Ordine. Credo che rispetto a questo siamo in piena emergenza democratica perchè sui giornalisti si sta sperimentando il modo per colpire tutto il movimento dei lavoratori italiani".
Favorevole all'abrogazione dell'Ordine dei giornalisti, invece, il radicale Daniele Capezzone, autore di una proposta di legge a riguardo: "Perchè l'Italia è una dei pochissimi Paesi dell'Occidente avanzato ad avere una struttura di questo tipo? Preferirei un forte sindacato, anche perchè che cosa stiamo a difendere nell'era di Google e You Tube? Davvero pensiamo di poter stabilire chi è giornalista e chi no in base al possesso di una tessera? Sono il primo a non volere un "liberi tutti", ma riorganizzare i paletti perchè gli stessi non siano anacronistici mi sembrerebbe doveroso".
"L'onorevole Capezzone - ha replicato Del Boca - disegna il migliore dei mondi possibili, ma non si rende conto che va indietro di cento anni, perchè gli schemi che traccia pensando alla nostra professione sono ottocenteschi. Per una curiosa coincidenza poi, tra i colleghi che vogliono abolire l'Ordine, non c'è nessuno che scioperi per il contratto nazionale. Noi non vogliamo che i giornalisti siano tali in base al tesserino, ma in base ad una formazione. Tra i vari difetti di questa proposta di legge c'è anche quello di voler affidare gli elenchi all'Authority, che in questi giorni ha mostrato il suo volto naturalmente autoritario e per nulla adatto, quindi, ad un compito del genere". Paolo Poggio del Gr Rai ha ricordato che "tra i colleghi, anche intellettuali, che sono favorevoli all'abrogazione dell'Ordine non è possibile trovare neppure un precario, questo vorrà pur dire qualcosa".
Giampiero Calapà