Palazzo dei Priori, nel centro di Perugia, è stato anche oggi il cuore pulsante del Festival Internazionale che ha reso l'Umbria capitale del giornalismo per questo fine settimana. Ormai, alla vigilia della giornata conclusiva, non si può che registrare il successo della manifestazione, che ha visto di nuovo stasera - come già ieri per Marco Travaglio - il tutto esaurito per l'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Corriere della Sera, alla "iena" Enrico Lucci, uno dei volti più noti della popolare trasmissione satirica di Mediaset. "Siamo consapevoli - ha detto Lucci - di essere considerati la foglia di fico di Berlusconi, ma va bene così, la realtà è che abbiamo potere contrattuale perchè la trasmissione va bene e, in questo modo, riusciamo a far passare cose che in Rai non si potrebbero vedere mai".
Anche nel pomeriggio la Sala dei Notari era stracolma, un pubblico attento e ammirato ha ascoltato le parole di pace del professor Sari Nusseibeh, rettore dell'Università Al Quds di Gerusalemme.
Il filosofo palestinese ha parlato dell'importanza dei media nel processo di pace in Medioriente: "L'unica condizione per limitare quelli che definirei eccessi umani, che avvengono da entrambe le parti, è renderli pubblici. I media, ma soprattutto la tv, hanno un'influenza incredibile sulle persone e un cattivo utilizzo può provocare danni gravissimi. Io ho un'idea: creare una simulazione televisiva per far vedere, ad esempio, a chi vive nei campi profughi palestinesi e non vuole la pace, quale potrebbe essere il suo livello di vita, il suo futuro, se la pace ci fosse. Ma i media in Medioriente non fanno questo tipo di cose purtroppo".
Ha partecipato al dibattito anche la collega Rula Jebreal: "Occultare la notizia, anche qui in Italia, in una democrazia, è ormai la normalità. Se penso solo al modo curioso in cui in alcune circostanze vengono selezionati i nostri inviati di guerra; ad esempio uno bravo come Paolo Longo della Rai, perchè è stato mandato a fare il corrispondente dalla Cina, quando per me poteva essere molto più prezioso come inviato in altri fronti più caldi?".
"La questione israelo-palestinese - ha continuato la Jebreal - nei salotti dell'informazione italiana viene trattata con una superficialità disarmante. Anche io ho partecipato ad alcune di queste trasmissioni, ho smesso di farlo quando ho capito la logica con la quale venivano invitati gli ospiti: un israeliano e una palestinese, meglio se carina o gnocca senza testa per utilizzare un'affermazione ormai celebre, come se si dovesse parlare di una partita di calcio con i tifosi".
Ha concluso il professor Nusseibeh: "Noi palestinesi abbiamo il compito di liberare noi stessi dall'occupazione, ma anche gli israeliani dai loro problemi, e la cosa è reciproca. E' facile dipingere il mondo in biano e nero, ma il mondo è diviso davvero tra persone che auspicano un posto migliore per tutti e altre che non lo vogliono".
Gran finale di giornata con il teatro civile di Daniele Biacchessi, vicecaporedattore di Radio24, e le sue "Storie d'Italia, i diari", viaggio nell'Italia che si ribella a Cosa Nostra.
Giampiero Calapà