Non c’è limite al peggio. La misura è stata abbondantemente oltrepassata, senza decenza. Intollerabile, gravissimo e ingiustificabile è che nell’elenco del dossier di Pio Pompa, reso noto oggi, insieme ad altri esponenti politici e del mondo dell’informazione ci fossero esponenti sindacali come il segretario generale della Federazione della Stampa, Paolo Serventi Longhi (Svli, nel siglario del funzionario del Sismi). Quale era il fine? Chi e cosa si voleva servire? La risposta la daranno i magistrati. Ma la torbidezza di questa ennesima manovra è inquietante e illegittima, posto che è del tutto pacifico l’attività sindacale della Fnsi e del suo segretario è trasparente, pubblica, costituzionalmente tutelata, chiaramente non riconducibile ad attività contrarie alla sicurezza dello Stato. Ogni dossieraggio per classificare amici o nemici di politici potenti (in questo caso veniva indicato Berlusconi) è un’attività fuori legge che lo Stato democratico non può accettare.
E’ giunto il momento che gli organi di garanzia del governo dello Stato facciano massima pulizia e chiarezza e rimuovano rapidamente gli elementi di intossicazione dei servizi di informazione e sicurezza. Il libero giornalismo deve essere tutelato e non spiato, perché pilastro di democrazia come lo è il libero sindacato. Ecco perché quanto accaduto, anche nei confronti del segretario della Fnsi, che parla e opera pubblicamente a tutela di una professione e di una categoria che maneggia un bene delicato come l’informazione (tanto più in una stagione in cui da due anni ai giornalisti si nega il contratto), è assolutamente intollerabile e non può rimanere privo di sanzione. Tutto il Sindacato dei Giornalisti e tutti i giornalisti italiani, sono solidali con il loro segretario e impegnati a tutelare con forza la libertà e l’autonomia del propria rappresentanza, da ogni incursione illegittima e oscura.
Franco Siddi
presidente Fnsi