Una manifestazione spontanea di circa duecento giornalisti di Repubblica si è svolta davanti la sede dell'azienda editoriale in via Cristoforo Colombo, al termine della conferenza stampa, tenutasi nella sede del quotidiano e alla quale ha partecipato l'intera giunta della Federazione Nazionale della Stampa che ha portato il proprio sostegno e la propria solidarietà. Il corteo di giornalisti, con applausi ironici, ha incitato i vertici aziendali a uscire dagli uffici per parlare con il corpo redazionale.
In apertura dell'incontro, presente la redazione e anche giornalisti dell'Espresso (che fa parte dello stesso gruppo editoriale), sono state ribadite le accuse all'azienda che, secondo il Cdr, mina la correttezza delle relazioni sindacali e lo stesso status del giornalista. A testimonianza del clima della riunione, durante l'incontro è stato applaudito a lungo l'intervento di uno dei veterani di Repubblica, Mauro Piccoli, che ha rivolto tre domande a Carlo De Benedetti e a Marco Benedetto: ''Questo giornale, negli ultimi due anni, è tornato in testa alle classifiche di vendita, superando il Corriere della Sera e vanta un bilancio ampiamente in attivo... Tutto ciò è stato raggiunto da questa direzione e da questa redazione. E allora mi chiedo se sia giusto tenere così a stecchetto la redazione. O forse dobbiamo ritenere vero quello che si sussurra nei corridoi e cioè che c'è un contrasto nella famiglia De Benedetti dove c'è chi il giornale lo vuole vendere? E anche sulla sottoscrizione, l'azienda non ha messo una lira. A precisa richiesta ha detto no, ufficialmente per tutelare i giornalisti da possibili ritorsioni. Mi chiedo - ha aggiunto il giornalista - se dietro non ci sia dell'altro come la sconfessione della linea tenuta da Ezio Mauro nella vicenda Mastrogiacomo. Forse l'azienda vuole abbreviargli la proroga del mandato di cinque anni?''. Infine la terza domanda: ''Quando a dicembre facemmo due giorni di sciopero contro i tagli alle tredicesime, vincemmo poi la battaglia e in quell'occasione, si vociferò di una minaccia di dimissioni da parte dell'amministratore delegato. E, chiedo, se viene sconfessato ancora una volta, non riterrà opportuno doversi dimettere?''.
Ansa