Aumentano le sanzioni per i giornalisti ma, per chi pubblicherà atti vietati, non scatterà il carcere. Controlli più severi da parte della Corte dei Conti sulla gestione amministrativa delle intercettazioni. Sono queste le novità principali introdotte nel disegno di legge messo a punto dal ministro della Giustizia Clemente Mastella e approvato dalla Camera praticamente all'unanimità: 447 sì, 7 astenuti, nessun voto contrario.
AUMENTANO DIVIETI E SANZIONI - Sarà sempre più difficile pubblicare sui giornali i contenuti delle intercettazioni. Il testo, che passa ora all'esame del Senato, vieta infatti la pubblicazione, anche parziale o riassunta, di tutti gli atti di indagine, almeno fino all'inizio del processo. E questo vale anche per le intercettazioni in generale, per i flussi telematici e per il traffico telefonico. Non sarà possibile neanche sintetizzarne il contenuto. Vietatissima anche la pubblicazione di tutte le parti di ordinanza di custodia cautelare che riportano il contenuto delle telefonate intercettate e delle intercettazioni che riguardano persone estranee ai fatti del processo o che, comunque, risultano irrilevanti ai fini del procedimento.
Oltre ai divieti, aumentano anche le multe per i cronisti.
Quelli che pubblicheranno atti vietati rischieranno l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda da 10 mila a 100 mila euro. La norma attuale del codice penale (art.684) prevede invece l'ammenda da 51 a 258 euro. Il carcere però resta comunque per tutti quei giornalisti che metteranno in pagina informazioni raccolte illecitamente: da sei mesi a quattro anni.
I POTERI DEL GARANTE - I poli hanno discusso a lungo su questo. Alla fine l'ha spuntata la Cdl: il Garante per la privacy dovrà intervenire e ordinare, a spese dei responsabili, la pubblicazione dell'ordinanza che accerta l'illecito commesso dal cronista su uno o più mezzi di informazione. L'ordinanza dovrà poi essere trasmessa anche all'Ordine dei giornalisti, che potrà disporre le sanzioni disciplinari del caso.
VIETATI ANCHE I DOSSIER - Ogni notizia raccolta illecitamente non potrà essere pubblicata e dovrà essere conservata in un archivio riservato per venire poi distrutta dopo cinque anni. Se però questo materiale verrà acquisito ad un procedimento penale per la distruzione si dovrà aspettare o la sentenza definitiva, o la prescrizione del reato. Il carcere per chi detiene questa documentazione illecita potrà andare da sei mesi a quattro anni. Responsabile dell' archivio segreto sarà il procuratore capo o un suo delegato.
SI RIDUCONO I CENTRI DI ASCOLTO - I centri d'ascolto saranno ridotti drasticamente dagli attuali 163 a 26: uno per ogni distretto di corte d'Appello. Il ministro della Giustizia dovrà determinare una sorta di canone annuo per rimborsare i gestori che fanno fronte alle richieste di intercettazioni e di tabulati sul traffico telefonico. Ogni procura, infine, entro il 31 marzo, dovrà inviare al Guardasigilli una relazione sulle spese sostenute sul fronte delle intercettazioni, che dovrà essere trasmessa alla Corte dei Conti per il controllo sulla gestione amministrativa. La magistratura contabile, cioè, potrà dire la sua su eventuali spese folli o inopportune. Ma non potrà entrare nel merito delle decisioni.
Ansa
Non condividiamo l’inasprimento delle sanzioni per i giornalisti introdotto con un emendamento del Governo al disegno di legge sulle intercettazioni.
Un emendamento che sembra rappresentare una mediazione tra maggioranza ed opposizione e che si aggiunge a quanto già deciso: il prolungamento della fase di secretazione degli atti processuali. Nonostante sia stata battuta la linea dura delle minoranze, il provvedimento passa ora al Senato con un taglio repressivo. Chiediamo di poter esprimere al Parlamento e al ministro della Giustizia la contrarietà del Sindacato dei giornalisti per un provvedimento che espropria l’organo di autogoverno deontologico della categoria, l’Ordine dei giornalisti, dei suoi poteri sanzionatori.
Fnsi