News

02/05/2007

Il prezzo dei quotidiani

Per Gramsci non doveva essere troppo basso: rappresenta il valore del giornale

Tra i tanti argomenti di cui si occupò Antonio Gramsci c'è anche il prezzo dei quotidiani. L'intellettuale comunista spiegava che non dev'essere troppo basso, perchè indica il valore - non solo economico - che l'editore attribuisce al suo giornale. Gramsci non era un esperto di marketing, ma il suo ragionamento non fa una piega. Oggi, però, il prezzo che paghiamo per i giornali copre solo i costi di carta e stampa: il resto (giornalisti, amministrazione, distribuzione) è sostenuto dalla pubblicità, che ormai supera il 50 per cento dei ricavi (ma non sempre: nel caso di Internazionale, per esempio, la pubbllicità non arriva al 10 per cento). Ottant'anni dopo Gramsci, i giornali sono su internet. E c'è chi sostiene che sarebbe giusto se in rete tutti i contenuti editoriali fossere gratuiti, perchè il loro costo è largamente compensato dalla pubblicità. Ma così rischia di diventare più difficile misurare il valore che attribuiamo all'informazione.

Giovanni De Mauro
(Tratto da "Internazionale" del 19 aprile 2007)
Condividi:

C.F. 80089510012 - Copyrights © 2016.
Registrazione Tribunale di Torino n.1913 del 31/1/1968 Iscritto registro Sicid n. 11095/16 V.G. N. 49/2016 Registro Stampa del 3/11/2016

  • Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
  • FNSI.
  • Fondo giornalisti.
  • Ordine giornalisti Piemonte.
  • IMPGI.
  • CASAGIT Piemonte.
  • Centro Studi Pestelli.
  • Circolo della Stampa.
  • ungp.