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03/05/2007

Un memoriale per 1876 reporter uccisi

Assassinati dal '44 ad oggi. A Milano per Rsf interviene Mimmo Candito de "La Stampa"

Dall'inizio del 2007 ventinove tra giornalisti e loro collaboratori sono stati uccisi: è per fare sì che, insieme agli altri operatori dell'informazione deceduti nell'esercizio della loro professione, non siano dimenticati che oggi, in Francia, a Bayeux, ad iniziativa di Reporters sans frontieres, sarà inaugurato un memoriale dedicato a tutti i reporter uccisi nel mondo dal 1944 ad oggi.
Il monumento, l'unico in Europa, è stato concepito e realizzato dall'architetto e paesaggista Samuel Craquelin ed è costituito da una passeggiata di 500 metri, costellata da 23 pietre bianche sulle quali sono stati incisi i nomi dei 1.876 giornalisti che hanno perso la vita nel compimento del loro dovere di informare. Bayeux, che si trova in Normandia, è stata la prima città francese ad essere stata liberata dopo lo sbarco degli alleati nel 1944 (il 'D-Day') e ospita altri due memoriali. Il primo è quello della battaglia di Normandia, il secondo ricorda il generale De Gaulle. Il memoriale sarà inaugurato in occasione della diciassettesima giornata internazionale per la libertà di stampa e in proposito Reporters sans frontieres ricorda che attualmente 129 "professionisti dell'informazione" (tra giornalisti, 124, e loro collaboratori) sono in carcere, sorte eguale a quella di 65 'cyberdissidenti', come vengono definiti coloro che si servono della rete per portare avanti le loro idee e che per questo sono oggetto di persecuzione.
A Milano, la Sezione italiana di Reporters sans frontieres ha organizzato una conferenza stampa (in programma alle 15,30, nella sala conferenze della Fnac), alla presenza del presidente, l'inviato speciale e commentatore di politica internazionale per il quotidiano "La Stampa", Mimmo Candito. Saranno presenti anche il vicepresidente italiano dell'organizzazione, l'inviato dell'Agenzia Agr Domenico Affinito, mentre sono previsti gli interventi dei giornalisti Ettore Mo, Toni Capuozzo e Luciano Gulli. La guerra in Iraq, spiega l'associazione, "é senza alcun dubbio il conflitto più sanguinoso per i giornalisti dalla seconda guerra mondiale ai nostri giorni. Dall'inizio del conflitto, il 20 marzo del 2003, 155 giornalisti e collaboratori dei media sono stati uccisi nel Paese: cioé più che in venti anni di guerra in Vietnam e più che durante la guerra civile in Algeria".

Ansa
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