Il ministero dell’Economia e delle Finanze non si sente più rappresentanto dal consigliere della Rai Angelo Maria Petroni. Lo ha comunicato nella lettera inviata al presidente del Consiglio, il ministro Tommaso Padoa-Schioppa. Sono queste le informazioni riferite nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Nella comunicazione trasmessa a Romano Prodi, il ministro dell’Economia dichiara di «considerare interrotto il suo rapporto fiduciario con il rappresentante dell’azienda nell’attuale cda e quindi -ha spiegato Gentiloni- chiederà alla Rai di riunire l’assemblea per affrontare questo problema».
Al prossimo Consiglio dei ministri, ha riferito ancora il ministro delle Comunicazioni, verrà varato «un ddl di riforma della Rai che avrà tre obiettivi: rafforzare l’autonomia dell’azienda rispetto al governo e alla politica. Credo che questo tema -ha osservato Gentiloni- sia emerso in questi giorni con clamorosa evidenza».
Gli altri due obiettivi che il ddl intende conseguire sono una «maggiore efficienza aziendale e, in ultimo, consentire un percorso di innovazione dell’azienda che è bloccato, separando meglio ciò che è finanziato dal canone e ciò che è finanziato dalla pubblicità». Gentiloni ha infine reso noto che l’azionista si appresta a inviare una lettera al presidente della Rai Claudio Petruccioli per chiedere una convocazione dell’assemblea e porre la questione del rappresentante dell’azionista nel Cda.
«L’estromissione di Petroni dal Consiglio di Amministrazione della Rai rappresenta un’inaudita violazione delle leggi vigenti. Si tratta di un atto di banditismo attuato da un Ministro privo di mandato democratico con la connivenza di un Governo di malaffare. Siamo di fronte a una lesione gravissima della democrazia che delegittima il servizio pubblico e pone fine al dovere del cittadino di assicurarne la sopravvivenza». Lo dice Maurizio Gasparri dell’esecutivo di Alleanza Nazionale.
La Stampa.it
La Rai oggi è come un Titanic che affonda. E' la denuncia dell'Usigrai che, assicura, non aspetterà "in silenzio che cali il 'silenzio' sul Servizio Pubblico". "La Rai - scrive in una nota il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini - oggi è come un Titanic dove, mentre si affonda, sul ponte della nave si fanno conferenze stampa cercando riflettori invece che soluzioni. Oggi in tutte le pagine informative della Rai, nei Giornali Radio e nei Tg viene letto un comunicato dell'Usigrai che è un appello agli utenti, ai cittadini, ma anche a tutte le organizzazioni che rappresentano i lavoratori della Rai".
Carlo Verna, Daniele Cerrato e Claudio Valeri, segretario e vicesegretari dell'Usigrai, spiegano che "se resteranno immutate le condizioni di stallo nel Cda", i giornalisti "attueranno nei prossimi giorni la prima delle due giornate di sciopero che l'Assemblea dei Comitati di Redazione hanno affidato, con voto unanime, all'Usigrai". Per il sindacato, inoltre, "l'emergenza che sta attraversando la Tv pubblica riguarda tecnologie, ormai obsolete e inadatte alla competizione sui mercati multimediali e radiotelevisivi, format, idee, risorse. Una legge sbagliata ha trasformato il settimo piano di viale Mazzini in un parlamentino.
Noi pensiamo che questa azienda debba avere autonomia e possibilità di giocarsi il suo futuro senza divenire uno dei tavoli dei baratti della politica. Noi pensiamo che la Rai sia di tutti".
"Per questo - spiegano - oggi in ogni nostra pagina di informazione abbiamo inserito questo comunicato: "Non staremo in silenzio a guardare lo spegnimento della Rai. Per questo abbiamo avviato le procedure per una giornata di sciopero. Lo stato di paralisi aziendale mette a repentaglio il futuro del Servizio Pubblico e in prospettiva i posti di lavoro. Non ci piace sottrarre agli spettatori l'informazione, nè aggiungere altri fronti di lotta a quello già aperto tra giornalisti ed editori sul rinnovo del contratto nazionale. Ma oggi si gioca una partita decisiva per il Servizio Pubblico, già in netto ritardo sul rinnovamento tecnologico e una legge sbagliata determina un Consiglio di Amministrazione incapace di guidare l'azienda".
Apcom
Saranno tre gli obiettivi del disegno di legge del Governo che riforma la governance della Rai. Lo ha detto il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa a conclusione del Consiglio dei Ministri. Il primo obiettivo, ha spiegato il ministro, è "rafforzare l'autonomia della Rai dal Governo e dalla politica, e credo che questo tema sia clamorosamente emerso in queste settimane". In secondo luogo il ddl del Governo mira "a dare maggiore efficienza aziendale". Infine, il terzo obiettivo è quello di "consentire un percorso di innovazione all'azienda che oggi, obiettivamente è bloccato, separando meglio nell'azienda ciò che è finanziato dal canone e ciò che è finanziato dalla pubblicità".
Ansa