La notizia che tra l’Aran (Agenzia negoziale per la contrattazione nel Pubblico impiego) ed i sindacati del settore è stato sottoscritto l’accordo per dar vita al Fondo di previdenza complementare per i dipendenti delle Regioni e del comparto sanitario è senz’altro positiva. Con tale decisione si supera una difformità di trattamento pensionistico tra i lavoratori privati e quelli pubblici.
Alla luce di questo fatto, diventa ora più che mai necessario che la Pubblica amministrazione riconosca la piena legittimità della iscrizione dei giornalisti addetti stampa pubblici – che già sono iscritti, ai fini della previdenza principale, all’Inpgi – al Fondo di categoria, cioè al Fondo di previdenza complementare dei giornalisti italiani (Fpcgi) cosa che, peraltro, avviene già in alcune amministrazioni, specie regionali.
Una simile decisione sarebbe un ulteriore passo positivo verso il pieno riconoscimento dello status professionale dei giornalisti che lavorano nella Pubblica amministrazione ed un aiuto a sbloccare la vertenza per la definizione del loro profilo professionale, come previsto dalla legge 150 del 2000.
Giovanni Rossi
coordinatore Dipartimento uffici stampa della Fnsi
segretario nazionale aggiunto Fnsi