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24/05/2007

"Il governo non ha rispettato gli impegni"

Serventi Longhi attacca l'esecutivo durante la manifestazione indetta dall'Unci

"Sono 820 giorni che i giornalisti sono senza contratto. Le leggi sulle quali c'era l'impegno serio del Governo non sono state varate. I conti delle grandi aziende sono largamente in attivo mentre le piccole e medie aziende sono in difficoltà. Al Governo chiediamo di non distribuire finanziamenti a pioggia, ma di indirizzare quei finanziamenti alle aziende che sono sul mercato che fanno informazione di qualità, un'informazione fatta da professionisti".
Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, nel corso della manifestazione indetta dall'Unci (Unione Nazionale Cronisti Italiani) per protestare contro il ddl Mastella sulle intercettazioni.
Per quanto riguarda la sospensione delle trattative da parte della Fieg sul rinnovo del contratto dei giornalisti, il segretario della Fnsi ha aggiunto: "Gli editori stanno compiendo degli atti pericolosi per la stessa sopravvivenza delle imprese: sappiamo che bisogna cambiare le regole e per questo abbiamo fatto delle proposte, ma da parte degli editori abbiamo trovato un atteggiamento ostruzionista su tutti i tavoli. Chiediamo al Governo e alla Fieg di assumersi le proprie responsabilità".

Agi


Una manifestazione per chiedere al Parlamento una radicale modifica del Disegno di Legge sulle intercettazioni presentato dal ministro della Giustizia Clemente Mastella. A sfilare in corteo sono i cronisti aderenti all'Unci, Unione Nazionale Cronisti Italiani, con la partecipazione dei vertici della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dell'Ordine dei giornalisti.
"La Legge, che doveva servire a impedire le intercettazioni illegali - si legge nella mozione approvata oggi all'unanimità dal Consiglio nazionale dell'Unci - vieta, invece, la pubblicazione fino alla conclusione delle indagini preliminari, ovvero fino al termine dell'udienza preliminare, di atti processuali già perfezionati e completi che, in quanto tali, il codice considera non piu' coperti dal segreto di indagine".
È questo il passaggio che fa gridare i cronisti all'attentato alla Costituzione e, in particolare, all'Articolo 21 sulla libertà di stampa: "La stampa è libera - spiega Ugo Columba, presidente dell'Unci - l'art.21 della Costituzione dice che questa libertà non può essere limitata da una legge ordinaria dello Stato, ma trova limite esclusivamente nella legge sulla stampa. La legge Mastella concorre a svuotare di significato l'Art.21. Doveva servire ad eliminare il malcostume di rendere pubbliche le intercettazioni condotte su cittadini che nulla hanno a che fare con le ipotesi di reato. Nella realtà impedisce ai giornalisti di divulgare notizie contenute in un ordine di arresto, ad esempio quello nei confronti di un mafioso".

Altra criticità ravvisata dai giornalisti nel Ddl Mastella consiste nel demandare al Garante per la privacy il compito di svolgere un'attività di controllo sul comportamento del giornalista: "Il Garante della privacy - spiega ancora Colomba - nulla ha a che fare con il giornalista: il Ddl Mastella ne fa invece un cane da guardia che ha il compito di segnalare il professionista che si comporta male". La conclusione del presidente dell'Unci è che la classe politica sta pensando di regolare i conti con i giornalisti. Cerca così di affrancarsi dal controllo dell'opinione pubblica".

Agi


ROIDI, DDL MASTELLA LIMITA DIRITTO CRONACA

Un Disegno di Legge che mette in seria difficoltà i giornalisti e limita così il diritto di cronaca.
È duro il giudizio del segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti italiani, Vittorio Roidi, nei confronti del Disegno di Legge sulle intercettazioni in discussione al Senato. "È curioso che questo Governo faccia una legge che limita il diritto di cronaca - spiega Roidi - e che mette i cronisti in grande difficoltà. È una legge che rende più difficile il loro lavoro, impedendo di dare notizia, anche per riassunto o nel contenuto, delle indagini preliminari dei procedimenti". A provocare il malcontento dei giornalisti, che oggi protestano con un corteo che si concluderà a Piazza Navona, è anche il passaggio che riguarda la privacy: "La legge sulla privacy - spiega ancora Vittorio Roidi - ha dieci anni e i giornalisti sanno benissimo che non si deve intaccare la riservatezza e la dignità dei cittadini. La legge del ministro Mastella riduce il diritto di cronaca ed è per questo che oggi manifestiamo.
Raramente abbiamo visto i giornalisti scendere in piazza, ma i cittadini devono sapere che lo facciamo per difendere il loro sacrosanto diritto ad essere informati".

Agi


SERVENTI LONGHI, DDL MASTELLA VIOLA CODICE DEONTOLOGICO

Il Disegno di Legge presentato dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella, vietando la pubblicazione degli atti delle indagini preliminari, anche nel contenuto o per riassunto, "viola il codice deontologico che vincola il giornalista a dare notizia dei fatti, non appena questi siano stati da lui verificati". A parlare è il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, sceso oggi in piazza a fianco dei cronisti dell'Unci per protestare contro il Ddl sulle intercettazioni.
"Senza l'attività investigativa dei giornalisti – ha continuato Serventi Longhi - non ci sarebbero stati i grandi scandali come Tangentopoli o Calciopoli".

Agi
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