Perquisizioni sono state compiute, la scorsa notte, dalla Guardia di Finanza nelle abitazioni e nei posti di lavoro di due giornalisti del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi, a Roma, e Enzo d'Errico, a Napoli e Milano su mandato della Direzione distrettuale Antimafia del capoluogo partenopeo.
Lo si è appreso dal Cdr del quotidiano milanese, che ha inviato un comunicato-informativa ai colleghi.
Secondo l'organismo sindacale dei giornalisti, ''unica responsabilità dei colleghi è di avere svolto al meglio e rigorosamente il proprio dovere, fornendo ai lettori informazioni documentate su un senatore della Repubblica, Sergio De Gregorio, indagato a Napoli per riciclaggio con l'aggravante di avere agevolato un'associazione mafiosa''.
Ansa
Non si ferma l’offensiva di parte della magistratura inquirente nei confronti della libera informazione e dei giornalisti. Questa volta le perquisizioni, meglio se effettuate di notte o all’alba ma sempre con grande dispiego di uomini e di mezzi, sono state effettuate dalla Guardia di Finanza nelle abitazioni di due giornalisti del Corriere della Sera a Napoli e Milano. I colleghi sono accusati di aver diffuso notizie verificate e corrette sul senatore Sergio De Gregorio, indagato dalla Procura di Napoli per riciclaggio e associazione mafiosa. In sostanza, i giornalisti Bianconi e D’Errico sarebbero responsabili di aver fatto bene il loro mestiere. Non è più accettabile una situazione in cui i cronisti giudiziari vengono sistematicamente intimiditi, perquisiti, pedinati, intercettati. Questo avviene, in particolare, quando entrano in possesso di notizie su indagini della magistratura, senza che questa sia in grado di bloccare la fuga delle notizie. Si può immaginare cosa accadrebbe se il disegno di legge Mastella sulle intercettazioni fosse approvato dal Senato con la formulazione liberticida varata dalla Camera. C’è in Italia un problema di democrazia e di libertà di informazione che il mondo della politica, tutto, sembra ignorare.
Paolo Serventi Longhi