"I sindacati confederali favoriscano un equilibrato corso del negoziato contrattuale per i giornalisti degli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni". E' l'appello che il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, lancia a sette anni dall'approvazione della legge 150 del 2000 nell'ambito del convegno organizzato a Torino dai Giornalisti Uffici Stampa per "denunciare i ritardi della sua applicazione e parlare delle attuali prospettive". Secondo Siddi, "fino ad ora il negoziato contrattuale è stato bloccato - dice - anche a causa di un malinteso sui criteri di accesso allo stesso negoziato". Sono due, secondo Siddi, le ragioni per superare tale empasse: "il valore neutro dell'informazione - afferma - e la posizione non concorrenziale nè conflittuale della Federazione, con cui esiste un antico patto da onorare: la legge 150 del 2000 - sottolinea - non può restare mutilata in modo permanente". Il presidente della Fnsi ricorda infatti che "l'informazione della pubblica amministrazione è una necessità che risponde a esigenze di trasparenza". Senza trascurare il fatto che "l'addetto stampa - aggiunge - non è un portaborse, come lo vorrebbero certi politici, ma una figura professionale competente". Per questo motivo, conclude, "è arrivato il momento di cambiare il passo e di avere il coraggio di attuare una riforma che non deve restare scritta solo sulla carta".
La Fnsi "non rinuncerà a nessun costo al rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti". Lo ha ribadito il presidente della Fnsi, Franco Siddi, a margine di del convegno organizzato a Torino dal gruppo Giornalisti Uffici Stampa per denunciare i ritardi nell'applicazione della legge 150 del 2000. Secondo Siddi, "c' è una sottovalutazione politica e sociale del problema. Gli editori stanno giocando in modo pesante e non trasparente, illudendosi di cancellare il contratto". Al contrario del sindacato, "che è pronto - ha assicurato il presidente - a scrivere in modo dinamico con gli editori il nuovo contratto per promuovere uno sviluppo equilibrato del sistema. Ma senza riconoscimenti adeguati del valore del lavoro giornalistico - ha concluso - non si va da nessuna parte".
Ansa