''Caro Del Boca, la riunione di insediamento del Consiglio nazionale segna la fine di una esperienza, di volta in volta sofferta o umiliante. Non ci sono le condizioni per continuare nel mio impegno. Questa è la mia lettera di dimissioni dal Consiglio nazionale. Auguro buon lavoro a te e ai colleghi'': lo scrive Vittorio Roidi in una lettera inviata a Lorenzo Del Boca, che è stato confermato presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti e che replica all'amarezza di Roidi confermando ''la stima per un uomo che è senza peli sulla lingua''.
''Credo che le mie parole parlino da sole - spiega poi Roidi -. C'è stata una seduta di insediamento e ha vinto Del Boca. Il sottoscritto, che ha fatto il segretario operativo per sei anni, ritiene che non ci siano più le condizioni, visto che la mia proposta, profondamente diversa, è stata respinta. La conclusione logica è la mia scomparsa dall'Ordine nazionale''. Roidi spiega che la sua volontà era quella di ''rivitalizzare l'Ordine, ridargli dignità. Vorrei un Ordine che sia utile ai colleghi e che difenda la libertà di stampa. Io ci credo a queste cose. Invece quella di Del Boca era una proposta del tipo “andiamo avanti così come siamo e salviamo la pelle”, espressione che ha ripetuto un paio di volte. A me non basta, bisogna ridare all'Ordine una ragione di esistere, sennò hanno ragione quelli che dicono che è un ente inutile. E, se vincono quelli che seguono la sua indicazione, allora non ci sto più, avendo oltretutto lavorato con lui per sei anni''. E aggiunge: ''Tutte le esperienze possono finire. D'altra parte, c'erano 130 persone riunite in una sala, a rappresentare i giornalisti di tutta Italia. Alla fine viene fuori il mercatino, perchè ci sono state tre votazioni e alle prime due ero in testa di 7-8 voti, nella seconda di quattro e poi ho perso: vuol dire che qualcuno si è spostato dall'altra parte. Queste cose - conclude - le conosco, le ho già viste...''.
Gli risponde a distanza Lorenzo Del Boca, spiegando che ''come dice anche lui abbiamo lavorato insieme per sei anni e non ho mai visto questa distanza tra le nostre proposte. Poi poteva dirmelo in questi anni che c'era questa distanza...''. Sostiene il presidente dell'Ordine che ''non c'è questa differenza che dice lui tra le nostra posizioni perchè il mio “salviamo la pelle” non è un discorso rinunciatario, piuttosto è la consapevolezza che dobbiamo muoverci per salvarci dagli attacchi quotidiani: da D'Alema che non vuole farci salire sugli aerei, o dagli editori che non vogliono pagarci. Insomma voglio dire che dobbiamo ridare dignità ad una professione che è nel mirino''. Quanto a Roidi Del Boca riconferma la sua stima nei suoi confronti e spiega che ''l'effervescenza della sua lettera è senza dubbio dettata dalla delusione della sconfitta di ieri, che però è andato un po' a cercarsi''.
Ansa