Oggi, giovedì 21 giugno, l'Unità non sarà in edicola. L'azienda ha presentato alle rappresentanze sindacali un piano industriale pesante e insostenibile. Il cui senso complessivo è solo uno: ridurre i posti di lavoro e toccare in modo robusto la busta paga dei giornalisti.
Non possiamo accettare un piano dai contorni vaghi se non nella determinazione del taglio ulteriore dei costi a danno di posti di lavoro, con delle misure sulle tecnologie che sono semplici atti dovuti per mantenere il giornale sul mercato al passo con le altre testate.
Non possiamo accettare un piano che non delinea altro se non un ridimensionamento de l'Unità come primo grande giornale d'informazione, con un drastico ridimensionamento dell'edizione del lunedì che si vuole confezionare con soli dieci redattori per fare otto pagine e dare per il resto ai lettori un giornale precotto, rubricato e con l'informazione quotidiana, soprattutto politica, ridotta all'osso.
Non lo possiamo accettare anche per un altro motivo. Sono mesi che si rincorrono voci su cordate vere o presunte interessate ad entrare nell'azionariato de l'Unità. Da mesi chiediamo trasparenza e riceviamo silenzio.
I redattori de l'Unità sono mobilitati per garantire a questa testata il ruolo di primo piano che ha sempre avuto, di grande giornale d'informazione nazionale, tra i più antichi e liberi del panorama italiano. Chiediamo la pazienza e il sostegno dei lettori in una lotta per un marchio che è la vostra e la nostra storia.
I redattori de l'Unità restano in assemblea permanente. Senza chiarimenti e decisivi passi indietro su quel piano la mobilitazione proseguirà ad oltranza.
L'assemblea dei redattori de l'Unità