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21/06/2007

La Fnsi ha deciso: sciopero imminente

Prima della fine di giugno, le posizioni dei favorevoli (37) e dei contrari (10 e 2 astenuti)

Sì a uno sciopero nazionale dei giornalisti entro giugno in modo da "realizzare una giornata di silenzio dell'informazione": è il senso dell'ordine del giorno approvato oggi dal Consiglio Nazionale della Federazione della stampa con 37 voti a favore, 10 contrari e 2 astenuti. Lo spiega il sindacato, che annuncia anche un imminente incontro con le Confederazioni Sindacali "per organizzare una manifestazione nazionale per la difesa del diritto alla contrattazione che sarà al centro anche di una manifestazione Europea prevista per il 5 novembre". "Il Consiglio Nazionale della Fnsi, udita la relazione del Segretario Generale - si legge nell'ordine del giorno - approva la proposta della Giunta Esecutiva di proclamare uno sciopero nazionale dei giornalisti italiani entro il mese di giugno così da realizzare una giornata di silenzio dell'informazione. E' in corso nel Paese un pesante attacco all'autonomia del giornalismo e al diritto di cronaca. Un attacco trasversale di parte del mondo politico e istituzionale che sostiene leggi le quali impediscono il lavoro dei giornalisti che legittimamente diffondono notizie di interesse generale per i cittadini. Il no al disegno di legge Mastella, approvato dalla Camera con voto quasi unanime, si salda con la protesta per le indecisioni della maggioranza parlamentare sulle nuove leggi che riguardano la comunicazione, dalla riforma dell'editoria, della legge Gasparri, alla legge che punta a sottrarre la Rai all'attuale inaccettabile situazione di incertezza e di controllo politico. A queste lacune si aggiunge la mancata attuazione della legge 150 negli uffici stampa pubblici". "Il blocco del contratto di lavoro, l'attacco all'occupazione giornalistica, anche attraverso le minacce di stati di crisi e di prepensionamenti - continua l'odg approvato dal Consiglio della Fnsi - rappresentano, inoltre, elementi centrali di uno scontro sociale che mette in discussione il diritto ai rinnovi contrattuali. La Fieg e il sistema delle imprese editoriali, mettono in discussione le tutele sociali, previdenziali e della salute di migliaia di giornalisti professionali e freelance, precari e collaboratori. Le stesse proposte di riforma delle norme sul mercato del lavoro giornalistico, avanzate dal Ministero del Lavoro, sono state respinte dagli editori". Il Consiglio Nazionale "invita il Governo a procedere con coraggio, specie per quanto riguarda la tutela dei colleghi precari, sfruttati e mal pagati". La Fnsi "incontrerà nei prossimi giorni le Confederazioni Sindacali per organizzare una manifestazione nazionale per la difesa del diritto alla contrattazione che sarà al centro anche di una manifestazione Europea prevista per il 5 novembre".

Ansa


CONTRARI (Stampa democratica, Puntoeacapo, Giornalisti Domani)

La Segreteria della Fnsi ha fatto approvare dal Consiglio Nazionale un giorno di sciopero entro la fine di giugno per protesta contro il ddl Mastella sulle intercettazioni e per la ripresa di quelli bipartisan sulla diffamazione. Due temi di grande rilevanza per la libertà di stampa, strumentalmente abbinati all’inquietante e drammatica situazione che si trovano a vivere i giornalisti: l’assenza di qualsiasi trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro.
I consiglieri di Stampa Democratica, di Puntoeacapo e di Giornalisti Domani, pur non mettendo in discussione le gravissime conseguenze che la categoria subirebbe a causa dell’entrata in vigore del ddl Mastella, non ritengono efficace un’ulteriore giornata di sciopero. Da 843 giorni la vertenza contrattuale è in un vicolo cieco, anche per le evidenti responsabilità della maggioranza che governa la Fnsi. Ed è sbagliato e mistificante sovrapporre questioni, pur determinanti per il futuro dei giornalisti, allo scontro contrattuale in atto.

FAVOREVOLI (Autonomia e Solidarietà, Giornalisti Uniti)

Sorprende la posizione assunta da una parte dei consiglieri delle componenti della minoranza nel Consiglio Nazionale della Fnsi e nella nota diffusa subito dopo. Il giornalismo italiano è sottoposto ad un duro attacco da parte dei poteri e delle aziende editoriali, un attacco che l’intera categoria vive sulla propria pelle e che le stesse minoranze hanno più volte denunciato.
Una risposta dura del sindacato dei giornalisti non è più rinviabile e lo sciopero resta lo strumento di protesta più efficace. Quanto al gravissimo stallo della vertenza contrattuale non possiamo che ribadire che per fare i contratti e gli accordi bisogna essere in due. E la Fieg continua a rifiutare qualunque negoziato. Le minoranze della Fnsi, quindi, sanno quali sono le responsabilità vere della mancata trattativa. Nessuna mistificante sovrapposizione di problemi, quindi, ma una protesta contro chi vuole limitare la libertà di informazione e il diritto di cronaca e negare un legittimo negoziato contrattuale. Siamo certi che, pur nel dissenso sulla decisione di lotta, i consiglieri nazionali delle componenti di minoranza si adopereranno, come sempre, per favorire la riuscita dello sciopero di fine giugno.
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