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10/07/2007

Sgomento per il suicidio di Corso Bovio

La cronaca choc del dramma e il ricordo di colleghi e amici

La tragica scomparsa dell’avvocato Corso Bovio ci lascia sgomenti e profondamente addolorati. Bovio è stato un grande amico dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti ed ha partecipato in prima persona alle attività sindacali e culturali promosse dall’Associazione: è stato membro del Direttivo dell’Alg e presidente del Circolo della Stampa. E non possiamo dimenticare la grande stagione in cui ha messo a disposizione dei colleghi le sue eccellenti competenze di grande giuslavorista. L’Associazione Lombarda dei Giornalisti ricorda con profonda commozione e partecipazione la figura del grande professionista e dell’impareggiabile collega.
Giovanni Negri
presidente Associazione Lombarda Giornalisti


Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, nella seduta odierna, ha commemorato la figura dell’avvocato Corso Bovio, scomparso ieri all’età di 59 anni.
Nato a Milano il 5 maggio nel 1948, Corso Libero Carlo Bovio discendeva da una rinomata famiglia di avvocati e giuristi napoletani. Fra i suoi antenati il filosofo Giovanni Bovio, suo bisnonno e il nonno Libero Bovio, poeta, giornalista e paroliere di canzoni immortali come Reginella. Il padre Giovanni era stato uno dei maggiori avvocati del foro di Milano.
Corso Bovio era iscritto all'albo dei giornalisti dal 1970. Laureatosi in Giurisprudenza con il massimo dei voti e lode nel 1971 presso l'Università Statale di Milano, era diventato avvocato cassazionista nel 1981. Titolare di uno dei maggiori studi che si occupano di diritto all'informazione e di diritto penale, aveva assistito molte case editrici quali la Rcs, Sole 24 Ore, la Società San Paolo ed altre; recentemente aveva difeso il finanziere Stefano Ricucci.
Corso Bovio aveva curato per l'Ordine Nazionale dei Giornalisti varie edizioni del manuale Diritto e informazione, testo di preparazione all’esame di abilitazione professionale. E' stato Consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti; membro del Consiglio direttivo dell'Associazione Lombarda Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa; presidente del Circolo della Stampa dal 1990 al 1995. Dal 2004 era presidente della Fondazione Amici Circolo della Stampa di Milano. E’ stato animatore del corso di Fiuggi ed ha tenuto per anni seminari all’Ifg dell’Ordine dei giornalisti di Milano ed alla scuola di giornalismo dell’Università di Urbino. Aveva inoltre pubblicato diversi articoli su riviste giuridiche ed in particolare sul diritto della stampa.
L’Ordine nazionale dei giornalisti esprime il proprio cordoglio alla moglie e ai familiari.
Ordine nazionale dei giornalisti
www.odg.it


Il penalista esperto di diritto dell'informazione si è sparato in bocca con una 357 Magnum nel suo studio di Milano dopo aver consegnato una lettera per la moglie.
Intere generazioni di giornalisti hanno studiato sui suoi libri per affrontare l'esame da professionisti. Oggi Libero Corso Bovio, avvocato penalista, il maggior esperto in Italia di diritto dell'informazione (http://www.agendadelgiornalista.it/scheda.asp?id=202), si è ucciso nel suo studio di Milano, in via Podgora, poco distante dal Palazzo di giustizia.

LA NOTIZIA
Era arrivato attorno alle 14 da Prato. Aveva consegnato a un suo collaboratore una lettera indirizzata alla moglie, anche lei penalista. Poi aveva aggiunto: "Dopo ti spiego quando consegnarla". Era rimasto solo nella sua stanza nello studio, poi si è udito uno sparo. Un suo collaboratore poco dopo ha aperto la porta dello studio l'ha trovato in un lago di sangue. 

Corso Bovio si è sparato con un revolver 357 Magnum, arma di grossissimo calibro. Un solo colpo in bocca. È quanto si è potuto apprendere da fonti investigative, sulla base dei primi rilievi effettuati nello studio in cui è avvenuto il suicidio. Nessun dubbio, quindi, sulle cause della morte violenta del noto avvocato. Mistero invece, finora, sui motivi che hanno indotto Corso Bovio a togliersi la vita.

Lo studio legale in cui si è suicidato l'avvocato è stato posto sotto sequestro. Il provvedimento è stato emesso dalla procura. Gli inquirenti che si occupano del caso dovranno esaminare parecchi documenti. Tra l'altro gli investigatori, tenendo conto di tutte le ipotesi, vogliono appurare se eventualmente fossero state recapitate al legale lettere minatorie. Si è appreso, inoltre, che Corso Bovio deteneva nel suo studio diverse armi, tutte regolarmente denunciate. Fonti investigative hanno anche confermato l'esistenza della lettera indirizzata alla moglie.

LA BIOGRAFIA
Corso Libero Carlo Bovio, nato a Milano il 5 maggio del 1948, era l'ultimo discendente di una grande famiglia di avvocati e giuristi napoletani. Fra i suoi antenati celebri il filosofo Giovanni Bovio, suo bisnonno (nato a Trani e napoletano d'adozione), e il nonno Libero Bovio, poeta, giornalista ed editore napoletano, paroliere di canzoni immortali come "Reginella". Suo padre Giovanni, morto negli anni 1970, era stato uno dei maggiori avvocati del foro di Milano. 

Secondo la biografia pubblicata sul sito della scuola di Giornalismo di Urbino, Corso Bovio si era laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e lode nel 1971 presso l'Università Statale di Milano. Era diventato avvocato cassazionista per esami nel 1981, ed era titolare da molti anni di uno dei maggiori studi che si occupano di diritto all'informazione e di diritto penale.
Aveva assistito molte case editrici quali la Rcs, Sole 24 Ore, la Società San Paolo ed altre, ed aveva collaborato con diverse testate. Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, e membro del Consiglio direttivo dell'Associazione Lombarda Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa, dal 2004 era presidente della Fondazione Amici Circolo della Stampa di Milano, di cui era stato presidente. Curava corsi di preparazione e di aggiornamento professionale per avvocati, corsi e seminari di diritto di informazione per giornalisti. Lui stesso era giornalista pubblicista dal 1970.

LE REAZIONI
Sgomente e sbigottite le reazioni di colleghi, amici e conoscenti. Davanti all'abitazione del legale, in via Podgora 13, si è radunata una piccola folla di addetti ai lavori, giornalisti e curiosi.
Uno dei primi a commentare l'accaduto è il presidente della prima Corte d'Assise di Milano, Luigi Cerqua: "Sono sconvolto, non ci posso credere, 15 giorni fa mi aveva mandato uno scritto in versi molto simpatico sulla tutela dei diritti degli animali". Cerqua continua: "Era un uomo di grande spirito, capace di umorismo. Quando sono passato di qui e ho visto la gente in strada pensavo a un incidente stradale. Ancora non ci posso credere".
Il presidente dell'ordine degli avvocati di Milano, Paolo Giuggioli, ha riferito: "Bovio era tornato oggi da Prato dove aveva una causa insieme a un suo collaboratore. Ha consegnato al suo collaboratore una lettera e gli ha detto: dai questa lettera a mia moglie quando ti darò indicazioni io".

"Conosciamo tutti l’avvocato Corso Bovio, oltre ad essere un grande avvocato, era anche una persona di grande lealtà e correttezza. Era uno degli avvocati che onorava, nel solco del padre, il foro milanese e italiano" è il commento del procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato che è accorso oggi pomeriggio nello studio dell’avvocato Corso Bovio. 

Il suicidio dell'avvocato Corso Bovio è un fatto "inspiegabile" che lascia "sconvolti e stupefatti" i membri dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, commenta Franco Abruzzo, consigliere e storico presidente dell'Ordine, di cui Bovio è stato collaboratore per oltre trent'anni come docente e autore dello statuto dell'Ifg.
"Avevo appena ricevuto da parte sua una lettera gentilissima di congratulazioni per la mia elezione con l'invito a incontrarci presto", commenta Letizia Gonzales, neopresidente dell'Ordine lombardo. "La notizia della sua morte - aggiunge - mi ha lasciato senza fiato. Non lo conoscevo di persona, ma so che era un bravissimo professionista su tutti i problemi che riguardano il diritto dell'informazione".
"Era una persona mite e civilissima - aggiunge Abruzzo - e da buon lontano napoletano, viste le origini di suo padre Giovanni, aveva il gusto della battuta. Mi vengono in mente tutti gli scontri che abbiamo avuto, anche a livello disciplinare, visto che era il difensore di tutti i direttori" nei procedimenti professionali Sono senza parole".

IL SUO LASCITO
Si ricorda tra gli altri il suo intervento ironico e lungimirante alla presentazione del libro su La Morale dei Giornalisti (http://www.radioradicale.it/scheda/221379/la-morale-dei-giornalisti-deontologia-dei-media-e-qualita-del-prodotto-editoriale):
"Come si fa a vedere se un giornalista è corretto? Vi racconterò un detto degli americani: “Come si capisce se un avvocato dice bugie? Basta vedere se muove le labbra”. Io dico che gli avvocati hanno un debito di verità. Se presentano un testimone poco credibile non ci guadagnano. È nell’interesse del cliente raccontare sempre la verità. E dunque dico: quando un giornalista è corretto? Quando rende un buon servizio informativo al suo cliente, il lettore. Ma il sistema deontologico dei giornalisti è forse troppo autoreferenziale. Forse siamo poco aperti al pubblico, che invece deve poter segnalare e intervenire per verificare la qualità del prodotto. Una sfida simpatica per i mezzi di informazione potrebbe essere sottoporsi al controllo dei lettori, non per castigare questo o quel giornalista, ma per dare un bollino blu di qualità all’informazione. L’etica del giornalismo, la morale del giornalista, devono aprirsi alla costante verifica del pubblico".

La Stampa.it

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